Sahara occidentale, 19 agosto 2025 – Due gravi episodi di repressione ai danni della popolazione saharawi e dei suoi difensori dei diritti umani sono stati denunciati nelle ultime ore da CODESA (Collettivo dei Difensori dei Diritti Umani Saharawi nel Sahara Occidentale) e da CODAPSO (Comitato per la Difesa del Diritto all’Autodeterminazione del Popolo del Sahara Occidentale). Entrambe le organizzazioni hanno richiamato con urgenza l’attenzione della comunità internazionale, chiedendo interventi immediati per fermare le continue violazioni perpetrate dalle forze di occupazione marocchine.
L’arresto arbitrario del giornalista Hassan Zerouali:
In una dichiarazione diffusa dalla sezione di Dakhla, CODESA ha espresso “profonda preoccupazione” per l’umiliante arresto e le molestie subite dal giornalista e difensore dei diritti umani Hassan Zerouali, membro del comitato amministrativo dell’organizzazione e figura di spicco nella difesa delle libertà fondamentali nei territori occupati.
Secondo quanto riferito, venerdì pomeriggio Zerouali, mentre viaggiava da El Aaiún a Dakhla, è stato fermato a un posto di blocco a nord di Boujdour. Gli agenti marocchini gli hanno sequestrato i documenti, conducendolo poi in una stazione di polizia locale, dove sarebbe stato sottoposto a interrogatori accompagnati da tentativi di estorsione. La detenzione, durata oltre un’ora senza alcuna base legale, rappresenta – secondo CODESA – l’ennesimo atto di intimidazione volto a ridurre al silenzio le voci critiche e a limitare la libertà di movimento.
Zerouali, già in passato oggetto di persecuzioni per la sua attività giornalistica e sui diritti umani, è divenuto bersaglio di una strategia sistematica di repressione volta a soffocare ogni forma di dissenso. CODESA ha condannato “fermamente” la detenzione arbitraria, attribuendo alle autorità marocchine la piena responsabilità della sua sicurezza, e ha chiesto alle organizzazioni internazionali di intervenire immediatamente per proteggere i difensori dei diritti umani saharawi.
Lo sciopero della fame di Zain Maysara:
Parallelamente, il Comitato CODAPSO ha denunciato l’arresto del giovane saharawi Zain Maysara, avvenuto il 14 agosto 2025 a Touizguiya (El-Watya). L’operazione, condotta in maniera improvvisa e provocatoria, ha portato allo smantellamento di una tenda in cui si erano riuniti alcuni giovani provenienti da Smara, in un incontro pacifico.
Secondo CODAPSO, si tratta di una chiara violazione dei diritti di libertà di espressione e di riunione pacifica, utilizzata come pretesto per arrestare Maysara con accuse considerate “del tutto infondate”.
In segno di protesta contro la detenzione arbitraria, il giovane ha avviato uno sciopero della fame a tempo indeterminato, le cui conseguenze hanno già provocato un rapido deterioramento delle sue condizioni di salute, tanto da richiederne il trasferimento in un ospedale a Tan-Tan. CODAPSO ha denunciato la piena responsabilità delle autorità marocchine per ogni ulteriore peggioramento della situazione fisica e psicologica del detenuto.
In una nota ufficiale, CODAPSO ha espresso solidarietà a Maysara e alla sua famiglia, condannato con fermezza l’intervento violento e chiesto il suo rilascio immediato e incondizionato, oltre a un’indagine urgente, indipendente e trasparente sulle circostanze dell’arresto, sotto supervisione internazionale.
Appelli urgenti alla comunità internazionale:
CODESA e CODAPSO hanno ribadito che le pratiche repressive non fermeranno il popolo saharawi né i suoi difensori dei diritti umani dal proseguire la lotta pacifica per l’autodeterminazione e l’indipendenza. Entrambe le organizzazioni hanno sollecitato con forza organismi internazionali, istituzioni per i diritti umani e governi democratici a rompere il silenzio e ad assumere misure concrete per proteggere le vittime della repressione nei territori occupati del Sahara Occidentale.
