Sahara Occidentale, 19 giugno 2025 – Le operazioni militari nel Sahara Occidentale hanno conosciuto una nuova e intensa escalation. Secondo fonti militari e mediatiche saharawi, l’Esercito Popolare di Liberazione Saharawi (EPLS) ha inflitto gravi perdite umane e materiali alle forze di occupazione marocchine, in quella che viene descritta come una delle fasi più dure e strategicamente efficaci dalla ripresa della lotta armata nel novembre 2020.
Le fonti riferiscono che più di 200 soldati marocchini – tra morti, feriti gravi e disertori – hanno perso la vita nelle ultime settimane a seguito di bombardamenti mirati e operazioni speciali condotte dall’EPLS. L’impatto è stato tale da compromettere la capacità operativa delle Forze Armate Reali marocchine, nonostante l’impiego di tecnologie militari avanzate. Numerosi veicoli blindati e basi militari, tra cui importanti centri di comando, sarebbero stati distrutti.
Attacchi mirati lungo il “muro della vergogna”:
Le operazioni dell’EPLS si sono concentrate lungo l’intero tratto del cosiddetto “muro dell’umiliazione e della vergogna” – la barriera militare che divide il Sahara Occidentale occupato dai territori liberati. Le unità d’assalto saharawi hanno effettuato attacchi mirati contro basi strategiche nei settori di Mahbes, Farsia e Ross Lahtiba, dove si sono registrate colonne di fumo e scene di panico tra le file nemiche.
Secondo un comunicato ufficiale della Direzione politica dell’Esercito Popolare di Liberazione Saharawi, sei missili ad alta precisione hanno colpito una base delle forze speciali marocchine nella zona di Iskikima (settore di Mahbes), causando gravi perdite e panico tra i militari.
Le trincee difensive marocchine sono state costantemente bersagliate: “I nostri combattenti – si legge nella nota – continuano a colpire le posizioni nemiche con efficacia e coraggio, trasformando le trincee marocchine in trappole per i soldati occupanti”.
Una guerra di logoramento che pesa su Rabat:
Le autorità saharawi sottolineano che il conflitto in corso ha assunto sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento, strategia che ha inflitto danni pesanti all’economia e alla stabilità interna del Marocco. Il coinvolgimento militare prolungato nel Sahara Occidentale avrebbe infatti aggravato il deficit del bilancio statale marocchino e alimentato il malcontento sociale interno.
“Il Marocco – si legge nella dichiarazione – è stato incapace di costringere il Fronte Polisario alla ritirata. Al contrario, la resistenza armata saharawi si è consolidata ed estesa, anche grazie alla crescente capacità tattica e tecnologica del nostro esercito popolare”.
Centri di comando e basi logistiche nel mirino:
I raid più recenti hanno preso di mira le basi logistiche e di comando nelle retrovie, inclusi i quartier generali di rifornimento e i centri di comunicazione marocchini, causando un’interruzione dei collegamenti operativi tra le truppe avanzate e il comando centrale. Queste azioni dimostrano, secondo gli analisti saharawi, una crescente capacità di intelligence e precisione militare da parte dell’EPLS.
In particolare, nel settore di Farsia, l’artiglieria saharawi ha colpito duramente le postazioni marocchine nella zona di Al-Fayyin. “I nostri attacchi – riferisce il comunicato – continueranno finché l’occupazione non sarà completamente smantellata dal nostro territorio”.
Verso un punto di non ritorno?
Secondo fonti vicine al Fronte Polisario, la situazione sul campo segnala un cambiamento nella dinamica militare: l’Esercito Popolare di Liberazione Saharawi non è più in una fase difensiva, ma sta conducendo azioni coordinate e offensive su larga scala, con risultati concreti. La crescente vulnerabilità del dispositivo militare marocchino indica che il conflitto rischia di intensificarsi ulteriormente nei prossimi mesi, con ripercussioni anche sul piano internazionale.
“Il nemico – si conclude nella dichiarazione – dispone di tecnologie avanzate, ma noi abbiamo la fede nella giustezza della nostra causa e nella determinazione del nostro popolo. La vittoria finale è inevitabile.”
La guerra dimenticata del Sahara Occidentale, esclusa spesso dai radar dei media internazionali, continua a mietere vittime e a rivelare la fragilità di un ordine imposto con la forza. In attesa di un processo di pace serio e ancorato al diritto internazionale, la resistenza saharawi prosegue. E non dà segni di cedimento.
