Ginevra (Svizzera), 19 giugno 2025 – A margine della 59ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, si è tenuto martedì 17 giugno un convegno internazionale dal titolo “Il futuro della decolonizzazione e l’urgente necessità di riaffermare l’importanza della diplomazia multilaterale”, organizzato dal Gruppo di Sostegno di Ginevra per il Sahara Occidentale. Il dibattito ha riunito diplomatici, giuristi, accademici e attivisti per discutere le prospettive della decolonizzazione, con particolare attenzione al caso del Sahara Occidentale, considerato uno dei conflitti di più lunga durata non ancora risolti sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Tutti i relatori hanno convenuto che la sola via per porre fine al conflitto nel Sahara Occidentale è il pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del principio fondamentale del diritto all'autodeterminazione. In tal senso, è stata ribadita la necessità di applicare i meccanismi multilaterali internazionali per permettere al popolo saharawi di esercitare liberamente il proprio diritto imprescrittibile all’indipendenza.
L'avvocato del Fronte Polisario, Manuel Devers, ha lanciato un chiaro monito alle potenze influenti, in particolare alla Francia, accusata di tentare la “legalizzazione” dell’occupazione marocchina. Devers ha criticato duramente il recente riconoscimento da parte del presidente Macron della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, definendolo “un precedente pericoloso” che viola le stesse decisioni del Consiglio di Stato francese e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quest’ultima, con la sentenza dell’ottobre 2024, ha ribadito che “il Sahara Occidentale e il Regno del Marocco sono due territori distinti e separati”, e che solo il popolo saharawi può decidere del proprio futuro.
Il professore universitario Isaías Barreñada dell’Università Complutense di Madrid ha posto l’accento sulla responsabilità storica della Spagna, sottolineando il ruolo ancora irrisolto di potenza amministratrice del Sahara Occidentale. Ha ricordato che la Spagna ha un obbligo morale e giuridico di contribuire alla soluzione del conflitto attraverso un processo di decolonizzazione conforme al diritto internazionale.
Molto toccante è stata la testimonianza di Claude Mangin Asfari, moglie del prigioniero politico saharawi Naama Asfari. L’attivista francese ha denunciato le gravi violazioni dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale e ha criticato l’inazione delle Nazioni Unite, accusate di non riuscire a garantire neanche la minima protezione ai civili saharawi, lasciando mano libera alla repressione marocchina.
Il rappresentante del Fronte Polisario presso l’ONU a Ginevra, Oubi Bouchraya Bachir, ha affermato che il sostegno di alcuni Paesi alla proposta di autonomia marocchina rappresenta un pericoloso appoggio allo status quo coloniale. Ha ribadito che la posizione del Fronte Polisario rimane saldamente ancorata alla legalità internazionale e alla necessità di un referendum libero, trasparente e sotto supervisione ONU per determinare lo status finale del Sahara Occidentale. "Il Fronte ha dimostrato flessibilità e volontà costruttiva, ma non oltrepasserà mai la linea rossa del diritto all’autodeterminazione", ha dichiarato.
La conferenza è stata aperta dall’Ambasciatore Abdallah Possi, rappresentante permanente della Tanzania e presidente di turno del Gruppo di Ginevra. Nel suo intervento, Possi ha ribadito l’impegno del gruppo nel sostenere la lotta del popolo saharawi per la libertà e ha annunciato l’intenzione di ospitare nuovi eventi di alto livello sul tema.
Il convegno ha anche affrontato le difficoltà crescenti che le istituzioni multilaterali devono affrontare a causa del ritorno di pratiche unilaterali. È stato riservato ampio spazio al ruolo chiave del Comitato Speciale delle Nazioni Unite sulla Decolonizzazione, che rischia oggi di vedere eroso il proprio mandato da decisioni arbitrarie prese fuori dal quadro giuridico multilaterale.
Tone Moe, avvocata norvegese e moderatrice del dibattito, ha guidato un panel di alto livello composto, tra gli altri, da:
- Amb. Abdallah Saleh Possi (Tanzania),
- Manuel Devers (avvocato),
- Prof. Isaías Barreñada (Università Complutense),
- Claude Mangin Asfari (attivista),
- Oubi Bouchraya Bachir (Fronte Polisario).
In conclusione, il rappresentante saharawi ha denunciato il tentativo del Marocco di minare la credibilità delle Nazioni Unite attraverso accordi unilaterali e illegittimi con alcuni paesi. "Questa strategia", ha affermato Bachir, "è destinata al fallimento, poiché non potrà mai cancellare la realtà giuridica del Sahara Occidentale come territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione".
L’incontro ha così riaffermato l’importanza della diplomazia multilaterale come unico strumento per una risoluzione giusta e duratura del conflitto nel Sahara Occidentale, rinnovando l’appello alla comunità internazionale affinché ponga fine all’occupazione coloniale e restituisca al popolo saharawi il suo legittimo diritto all’autodeterminazione.



