Sahara occidentale, 20 giugno 2025 – L'Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani ha lanciato un allarme mercoledì 18 giugno, esprimendo profonda preoccupazione per il grave deterioramento delle condizioni di salute di Mohamed Lamin Haddi, giornalista e attivista saharawi, detenuto arbitrariamente da 15 anni dalle autorità di occupazione marocchine.
Secondo una nota diffusa dall'Osservatorio, che cita la famiglia di Haddi, le sue condizioni di salute sono peggiorate "in modo allarmante" a causa della mancanza di cure mediche adeguate fin dal suo ricovero in ospedale nel 2016. Il giornalista soffre di setticemia, asma, infezioni croniche (particolarmente alle orecchie), forti mal di schiena, grave insonnia e quasi cecità. Queste patologie, sottolinea la stessa fonte, sono il risultato diretto di negligenza medica e delle disumane condizioni di detenzione a cui è sottoposto.
Dal suo trasferimento al carcere di Tiflet 2, avvenuto il 19 luglio 2017, il signor Haddi è stato mantenuto in isolamento prolungato, confinato in una cella sotterranea priva di finestre, aria e luce naturale. La dichiarazione dell'Osservatorio denuncia inoltre la scarsa qualità e l'insufficienza del cibo che gli viene fornito.
La drammatica situazione di Haddi è stata ulteriormente evidenziata il 13 gennaio 2021, quando il detenuto saharawi ha intrapreso uno sciopero della fame durato 63 giorni per protestare contro le sue condizioni detentive, conclusosi con "l'alimentazione forzata imposta dall'amministrazione carceraria".
L'Osservatorio ha rimarcato come la situazione sia "ancora più preoccupante" data la quasi totale interruzione dei contatti di Haddi con il mondo esterno. "Dal suo trasferimento al carcere di Tiflet 2, è stato messo in una cella di isolamento, senza alcun contatto umano, se non quello telefonico con la madre," si legge nella nota.
In questo contesto critico, l'Osservatorio ha condannato fermamente la continua detenzione di Mohamed Lamin Haddi. Ha esortato le autorità marocchine ad adottare immediatamente le misure necessarie per garantire la sua sicurezza, integrità fisica e benessere psicologico, nonché ad assicurare senza indugio il suo diritto a ricevere visite familiari e assistenza legale.
L'organizzazione ha inoltre richiesto l'apertura di "un'indagine indipendente, esaustiva e imparziale sugli atti di tortura e maltrattamenti da lui subiti durante la detenzione, e che i responsabili di tali atti siano perseguiti conformemente alla legge."
Infine, l'Osservatorio ha invocato "il rilascio immediato e incondizionato del signor Haddi e di tutti i difensori dei diritti umani detenuti arbitrariamente in Marocco, nonché la fine di tutte le forme di molestia, comprese quelle giudiziarie, nei loro confronti."
Mohamed Lamin Haddi è stato arrestato arbitrariamente il 20 novembre 2010 dai servizi segreti marocchini. Il 17 febbraio 2013, il tribunale di Rabat lo ha condannato a 25 anni di carcere, una pena durante la quale è stato sottoposto a trattamenti disumani.
L'Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani è una partnership tra l'Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT) e la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), due delle più autorevoli organizzazioni nel campo della difesa dei diritti umani.
Nel 2023, il Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva già espresso preoccupazione per l'insufficiente accesso all'assistenza medica nelle carceri marocchine, invitando le autorità ad adottare misure concrete in merito.
