Ginevra (Svizzera), 8 marzo 2025 - In un accorato appello lanciato durante la presentazione del rapporto annuale sulle violazioni dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale per il 2024, L. Maibon, rappresentante dell'Istituto internazionale per l'azione nonviolenta (NOVACT), ha denunciato la necessità impellente di rompere il muro di silenzio che circonda le violazioni perpetrate nel Sahara Occidentale e di assicurare i responsabili alla giustizia.
Nel suo intervento, tenutosi durante la conferenza organizzata da NOVACT e ACAPS in collaborazione con il gruppo di lavoro sui territori occupati, Maibon ha presentato un quadro allarmante della situazione, basato sulle evidenze raccolte nel nuovo rapporto. Il documento rivela una serie di gravi violazioni dei diritti umani, testimonianza della persistente repressione subita dal popolo saharawi.
Maibon ha sottolineato la stretta connessione tra la lotta per i diritti del popolo saharawi e le lotte anticoloniali globali, evidenziando le analogie con la situazione in Palestina e in altre aree del mondo in cui i popoli sono oppressi.
La critica di Maibon si è rivolta anche alle tattiche utilizzate dalle autorità marocchine per soffocare il dissenso a livello internazionale. Tra queste, la limitazione degli eventi pubblici dedicati alla questione saharawi, l'espulsione di giornalisti e attivisti internazionali e i tentativi sistematici di mettere a tacere le voci critiche.
Da quasi un decennio, NOVACT è in prima linea nel sostegno ai difensori dei diritti umani saharawi, rafforzando la loro capacità di documentare le violazioni e denunciando il coinvolgimento delle multinazionali nel sostegno all'occupazione. L'organizzazione si impegna a fornire una piattaforma per le voci del popolo saharawi e a promuovere la consapevolezza internazionale sulla loro difficile situazione.