Sahara occidentale, 4 febbraio 2025 - Un recente rapporto congiunto della Lega per la Protezione dei Prigionieri Politici Saharawi (LPPS) e dell'Associazione Francese di Amicizia e Solidarietà con i Popoli d'Africa (AFASPA) ha rivelato una preoccupante escalation di espulsioni di osservatori internazionali dal Sahara Occidentale. Dal 2014, almeno 307 tra giornalisti, avvocati, attivisti per i diritti umani e altri professionisti provenienti da 21 paesi sono stati sistematicamente respinti o espulsi dalle autorità marocchine.
Il Sahara Occidentale sotto assedio: un territorio blindato:
Il rapporto mette in luce come, a partire dal 2014, il Marocco abbia imposto una sorta di "assedio" al Sahara Occidentale, impedendo di fatto l'ingresso a osservatori stranieri. Le cifre parlano chiaro: 85 espulsioni nel 2016, 68 nel 2017 (tra cui alcuni deputati europei), 53 nel 2014 e 34 nel 2019. A queste si aggiungono almeno 19 casi di persone espulse dal Marocco mentre erano in transito verso i territori occupati o durante indagini sulla situazione dei diritti umani.
Il tentativo di soffocare ogni voce critica:
L'obiettivo di queste espulsioni sembra essere chiaro: impedire che vengano documentate le violazioni dei diritti umani che si consumano nel Sahara Occidentale. Il rapporto denuncia anche l'espulsione o il divieto di accesso in Marocco a sette organizzazioni non governative internazionali, tra cui Human Rights Watch, Novact, Avvocati senza frontiere, Friedrich Naumann Stiftung, Amnesty International, la Fondazione Carter e Free Press Unlimited.
L'ONU impotente di fronte al muro marocchino.
La situazione è ulteriormente aggravata dal mancato accesso dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) al Sahara Occidentale, nonostante le ripetute richieste e l'attesa di ben nove anni per l'autorizzazione da parte delle autorità marocchine. Lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso preoccupazione per la "persistente" incapacità di garantire un monitoraggio indipendente e imparziale dei diritti umani nella regione.
La MINURSO, unica missione di pace senza meccanismo di monitoraggio dei diritti umani:
La Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) rimane l'unica missione di mantenimento della pace nella regione priva di un meccanismo di monitoraggio dei diritti umani, un'anomalia che ha contribuito al peggioramento delle violazioni nella regione.
La resistenza continua nonostante la repressione:
Nonostante il blocco militare e mediatico imposto dal Marocco, la resistenza saharawi continua a suscitare interesse internazionale. Dal 2002, secondo LPPS e AFASPA, difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati, dirigenti, sindacalisti e amici del popolo saharawi sono arrivati nella regione con l'obiettivo di documentare le condizioni di vita e la resistenza pacifica a quella che descrivono come una guerra coloniale di repressione.
Un appello alla comunità internazionale:
Il rapporto congiunto di LPPS e AFASPA rappresenta un grido d'allarme sulla situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale e un appello alla comunità internazionale affinché si faccia garante del rispetto dei diritti fondamentali e dell'accesso alle informazioni nei territori in conflitto.