Ginevra (Svizzera), 26 febbraio 2025 - Una conferenza internazionale di alto livello, organizzato dal Gruppo di Ginevra per il sostegno al Sahara Occidentale, ha acceso i riflettori martedì 25 febbraio sul saccheggio delle risorse naturali e sulle pratiche di inganno ambientale nel Sahara Occidentale occupato. L'evento, tenutosi presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, a margine della 58a sessione del Consiglio, ha visto la partecipazione di illustri esperti e diplomatici.
Un panel di esperti di fama internazionale:
L'incontro ha ospitato un panel di relatori di spicco, tra cui:
- L'ambasciatore Abdallah S. Possi, rappresentante permanente della Tanzania presso le Nazioni Unite a Ginevra.
- L'avvocato francese Manuel Devers, giurista specializzato in diritto internazionale.
- Il professor Mads Andenas (KC) dell'Università di Oslo.
- Sylvia Valentin, presidente dell'Osservatorio internazionale per il monitoraggio delle risorse del Sahara Occidentale.
- Monica Alonso, rappresentante di Mondopat.
- Oubi Buchraya, rappresentante del Fronte Polisario in Svizzera e presso le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali a Ginevra.
- Toni Moa, avvocato norvegese.
Analisi approfondita e molteplici prospettive:
I partecipanti hanno esaminato la questione delle risorse naturali da diverse angolazioni, spaziando dagli aspetti giuridici e politici alle implicazioni ambientali. È stata sottolineata la stretta connessione tra il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi e la sovranità sulle proprie risorse naturali.
Richiesta di azioni concrete e responsabilità:
Il simposio ha evidenziato la necessità di rafforzare i meccanismi di monitoraggio internazionale per proteggere i diritti del popolo Saharawi e porre fine al saccheggio delle sue risorse. È stata ribadita l'importanza di ritenere responsabili le parti coinvolte in queste violazioni.
Lotta alla disinformazione e rispetto del diritto internazionale:
Un punto cruciale del dibattito è stato il ruolo della comunità internazionale nel contrastare le campagne di disinformazione ambientale, spesso utilizzate per mascherare lo sfruttamento illegale delle risorse saharawi. I partecipanti hanno invocato il rispetto del diritto internazionale e del diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione e al pieno godimento delle proprie risorse.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea: un punto di svolta
Particolare enfasi è stata posta sulla storica decisione della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre 2024, che ha negato all'occupazione marocchina il diritto di sfruttare le risorse naturali del Sahara Occidentale. L'attuazione di questa sentenza è stata considerata fondamentale.
Ampia partecipazione e sostegno internazionale:
Il simposio ha registrato una significativa partecipazione di ministri, ambasciatori e rappresentanti delle missioni diplomatiche di Algeria, Venezuela, Namibia e Timor Est, oltre a un vasto pubblico di avvocati, esperti ambientali e attivisti per i diritti umani. La presenza di tali figure ha sottolineato l'importanza della questione delle risorse naturali per la comunità internazionale.