Sahara occidentale, 2 gennaio 2025 - Il Comitato delle Madri dei 15 Saharawi scomparsi ha nuovamente denunciato la responsabilità dello Stato marocchino per la sparizione dei loro figli, a 19 anni dal loro rapimento, avvenuto nel dicembre 2005. L'operazione, definita come un atto criminale efferato e premeditato, sarebbe stata motivata dal presunto coinvolgimento di alcuni dei giovani nelle attività di protesta per l'indipendenza del Sahara Occidentale.
In una dichiarazione accorata, le madri dei desaparecidos hanno lanciato un appello alla comunità internazionale, sollecitandola ad assumersi la responsabilità morale del suo prolungato silenzio di fronte alle continue e gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità marocchine nei territori occupati del Sahara Occidentale. Il Comitato ha ribadito con forza che il regime marocchino è il principale responsabile della scomparsa dei loro cari e ha chiesto con insistenza la verità sulla loro sorte e la loro immediata liberazione.
La dichiarazione non si limita a denunciare il passato, ma ribadisce anche l'incrollabile determinazione delle madri a proseguire la lotta per la libertà e la giustizia del popolo saharawi. Esse respingono con fermezza le politiche di repressione e discriminazione attuate dall'occupazione marocchina, sottolineando come queste pratiche continuino ad alimentare la sofferenza e l'instabilità nella regione.
Questo tragico anniversario riaccende i riflettori su una vicenda che si protrae da quasi due decenni, segnata dal dolore delle famiglie e dall'assenza di risposte concrete. La richiesta di verità e giustizia delle madri saharawi si unisce alle numerose voci che chiedono alla comunità internazionale un intervento più incisivo per garantire il rispetto dei diritti umani e l'autodeterminazione del popolo saharawi.
