Campi profughi saharawi, 27 febbraio 2025 - Il 27 febbraio 2025, la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) celebra il suo 49° anniversario, un traguardo che riafferma la resilienza e le conquiste di un popolo nella sua incessante lotta per l'autodeterminazione. La proclamazione della RASD, avvenuta il 27 febbraio 1976 a Bir Lahlou, segnò un momento storico, il giorno successivo al ritiro dell'ultima truppa spagnola dal territorio saharawi.
Da quel momento, la RASD ha intrapreso un percorso di determinazione verso l'indipendenza, costellato di successi a vari livelli. Nonostante ciò, il popolo saharawi continua a denunciare le violazioni dei diritti umani e il saccheggio delle proprie risorse naturali da parte del Marocco, nell'ultima colonia africana.
La celebrazione del 49° anniversario offre un'ulteriore occasione per sensibilizzare la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, sull'urgente necessità di attuare le risoluzioni che riconoscono il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione. La violazione del cessate il fuoco del 1991 da parte del Marocco, il 13 novembre 2020, ha intensificato un conflitto che richiede una soluzione pacifica e duratura.
La questione del Sahara Occidentale rimane una questione di decolonizzazione per le Nazioni Unite, che sostengono il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi attraverso un referendum, come previsto dalla Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO).
Sidi Mohamed Omar, rappresentante del Fronte Polisario presso le Nazioni Unite, ha sottolineato l'importanza del riconoscimento della causa del Sahara Occidentale come questione di decolonizzazione, definendolo "un'importante conquista per il popolo saharawi".
Nonostante le sfide imposte dall'occupazione e dal conflitto, la RASD ha ottenuto notevoli successi a livello diplomatico e giudiziario. L'adesione all'Unione Africana e il riconoscimento da parte di oltre 80 stati testimoniano il sostegno internazionale alla causa saharawi.
Nel dicembre 2024, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riaffermato il quadro giuridico della questione del Sahara Occidentale come questione di decolonizzazione, un altro colpo per il regime marocchino.
Oubi Bouchraya Bachir, rappresentante del Fronte Polisario a Ginevra, attribuisce questi risultati alla battaglia legale condotta dal Fronte Polisario in Europa, rafforzata dalla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) del settembre 2021, che ha confermato la personalità giuridica internazionale del Fronte.
La battaglia legale per porre fine al saccheggio delle risorse naturali del Sahara Occidentale continua a produrre risultati significativi. Le sentenze della CGUE che annullano gli accordi commerciali tra Marocco e UE, inclusi illegalmente i territori del Sahara Occidentale, sono state decisive.
La CGUE ha anche stabilito che l'indicazione del Paese d'origine per i prodotti importati dal Sahara Occidentale deve essere "Sahara Occidentale", riconoscendo il suo status distinto ai sensi del diritto internazionale.
Il presidente saharawi, Brahim Ghali, ha elogiato queste decisioni, affermando che "hanno dato al popolo saharawi ciò che alcuni hanno cercato di negare riguardo alla loro ricchezza e alla loro sovranità".
Ulteriori vittorie legali includono il rigetto da parte della CGUE di una richiesta della Commissione Europea di alterare la demografia del Sahara Occidentale e la conferma che l'accordo sui trasporti aerei UE-Marocco non si applica al Sahara Occidentale.
Questi successi legali sono stati definiti un "terremoto legale in Europa" da Manuel Devers, figlio dell'avvocato francese Gilles Devers, scomparso di recente.
Questo 49° anniversario segna un momento cruciale nella lotta del popolo saharawi per la giustizia e l'indipendenza.