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La ONG Saharawi ritiene le autorità del Marocco responsabili della vita dell'attivista americana in sciopero della fame nel Sahara occidentale


L'istanza Saharawi contro l'occupazione marocchina (ISACOM) ha accusato le autorità di occupazione marocchine per le conseguenze che potrebbero incidere sulla vita dell'attivista americana Ruth McDonough, in sciopero della fame per il sesto giorno consecutivo nella città occupata di Boujador a sostegno della famiglia di Sultana Khaya.

Sultana Khaya, vittima insieme alla sua famiglia degli arresti domiciliari aggravati da ogni tipo di violazione dei diritti umani da più di un anno nel Sahara occidentale occupato.

In una dichiarazione resa pubblica dal suo Ufficio Esecutivo, l'ISACOM ha condannato fermamente "le gravi violazioni commesse dalle autorità di occupazione marocchine contro l'attivista Sultana Khaya e la sua famiglia, compreso il proseguimento degli arresti domiciliari e il divieto di visite basate su minacce e atti violenti di coloro che osano avvicinarsi alla loro casa".

L'attivista americana Ruth McDonough, che accompagna Sultana Khaya e la sua famiglia nella città occupata di Boujador da quando sono entrati nel territorio il 16 marzo 2022, rompendo l'assedio imposto alla famiglia.

Hanno iniziato il 4 maggio uno sciopero della fame, al fine di esprimere la propria solidarietà e richiamare l'attenzione sulla situazione subita dai membri della famiglia Khaya, nonché sui crimini e le violazioni commessi dal Marocco contro i civili Saharawi nel Sahara occidentale occupato.

“Chiediamo alla comunità internazionale di agire con urgenza e di esercitare pressioni sulle autorità di occupazione marocchine, con l'obiettivo di porre fine alle loro violazioni dei diritti umani contro i civili saharawi nel Sahara occidentale", sottolinea il comunicato.


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